TRASPARENZA E RESPONSABILITÀ: IL WHISTLEBLOWING COME LEVA DI BUONA GOVERNANCE
- LaborTre

- 28 ott
- Tempo di lettura: 3 min

A cura di Marta Goldin
Negli ultimi anni, il termine whistleblowing ha guadagnato sempre più spazio nel linguaggio del diritto del lavoro e della compliance aziendale andando ad integrare quel meccanismo attraverso il quale un lavoratore, pubblico o privato, segnala – nel rispetto di precise garanzie di riservatezza – comportamenti illeciti o irregolarità di cui sia venuto a conoscenza nell’ambito del proprio contesto lavorativo. È di fatto uno strumento che promuove la cultura dell’integrità e della legalità, incoraggiando i dipendenti a “soffiare il fischietto” contro pratiche scorrette, tutelandone al contempo l’identità e la posizione professionale.
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24, l’Italia ha dato piena attuazione alla Direttiva UE 2019/1937, ridefinendo in modo profondo le regole sulla segnalazione di illeciti e la tutela dei segnalanti, introducendo un vero e proprio “ecosistema di protezione” per chi segnala violazioni del diritto nazionale o dell’Unione Europea che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione o dell’ente privato.
La grande novità è la generalizzazione dell’obbligo di predisporre canali di segnalazione interni, esterni e pubblici, assicurando sempre:
Riservatezza dell’identità del segnalante e delle persone menzionate nella segnalazione;
Assenza di ritorsioni (demansionamenti, licenziamenti, mobbing, esclusioni da opportunità di carriera);
Procedure trasparenti e sicure per la gestione delle segnalazioni.
Chi è obbligato?
Tutte le pubbliche amministrazioni e gli enti di diritto pubblico;
Le società private con più di 50 dipendenti o che rientrano in determinati settori sensibili (es. appalti pubblici, servizi finanziari, antiriciclaggio, sicurezza dei trasporti, tutela ambientale).
Il ruolo dell’ANAC: controlli e vigilanza
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è l’organo di vigilanza e garanzia per il corretto funzionamento del sistema di whistleblowing. È il soggetto di riferimento per la gestione delle segnalazioni esterne e per la vigilanza sull’applicazione della normativa. L’ANAC, infatti:
riceve e tratta le segnalazioni provenienti da enti pubblici o privati;
garantisce la protezione del segnalante;
esercita poteri di vigilanza e controllo sull’adeguatezza dei sistemi di whistleblowing.
Quando l’ANAC interviene: sanzioni e responsabilità
Il Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24 prevede un regime di sanzioni amministrative per chi non rispetta gli obblighi:
sanzioni da 10.000 a 50.000 euro per mancata istituzione dei canali di segnalazione o per procedure non conformi;
sanzioni da 10.000 a 50.000 euro per violazione dell’obbligo di riservatezza dell’identità del segnalante;
sanzioni da 500 a 2.500 euro in caso di ritorsioni o ostacoli alle segnalazioni.
L’ANAC ha il potere di irrogare direttamente queste sanzioni, dopo un procedimento amministrativo che garantisce il diritto di difesa dell’ente o del soggetto coinvolto.
Queste misure, oltre a garantire un’effettiva tutela dei diritti, promuovono una cultura aziendale basata sulla trasparenza e sulla responsabilità.
Le sanzioni ANAC non hanno solo un impatto economico, ma generano conseguenze rilevanti sulla reputazione aziendale, sulla governance e sulla compliance dell'ente. La mancata conformità può costituire un indicatore di rischio nei sistemi di controllo interno, influenzare negativamente le valutazioni di trasparenza e integrità e compromettere la difendibilità in sede penale. La gestione del whistleblowing diventa quindi un presidio strategico, da integrare nei processi di audit, risk management e formazione. Molte aziende vivono il tema del whistleblowing come un mero adempimento burocratico. In realtà, gestire correttamente le segnalazioni significa rafforzare la cultura aziendale della legalità, migliorare la gestione del rischio e costruire un ambiente di lavoro più sicuro e trasparente.
Un sistema di whistleblowing efficace può diventare uno strumento di prevenzione dei comportamenti scorretti e un segnale concreto di attenzione verso i propri dipendenti.
Il whistleblowing non deve essere visto come un adempimento burocratico, ma come un’opportunità strategica per le organizzazioni: un sistema che, se ben implementato, rafforza la fiducia interna, previene rischi reputazionali e contribuisce a consolidare un ambiente di lavoro etico e sostenibile.
Adeguarsi alla normativa, quindi, non significa solo evitare sanzioni, ma scegliere di investire nella legalità e nella credibilità della propria organizzazione.





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